venerdì 21 ottobre 2016

Step 06 - I colori nella scienza



In questo post cercheremo di analizzare l'entrata del color Aragosta nella storia della scienza.
Purtroppo è impossibile trovare dei chiari riferimenti a tale sfumature nei vari ambiti scientifici e tecnologici, di conseguenza ci soffermeremo sulla sua tonalità predominante: il Rosso.

Il Rosso, in quanto colore primario, più volte compare nei vari fenomeni o scoperte scientifiche che ricoprono un po' tutti gli ambiti come la fisica, l'astronomia, la medicina e tanti altri.

Partiamo da una delle prime scoperte che l'uomo fece in assoluto: Il Fuoco.
Ci concentreremo poi in particolare sull'ambito medico  e quello astronomico.


Scoperta del Fuoco 

La scoperta del Fuoco rappresentò una vera e propria svolta nell'evoluzione umana.
Grazie al controllo del fuoco infatti l'uomo riusciva a cucinare cibi, migliorando la nutrizione, a difendersi dai predatori, a spostarsi nelle ore notturne.
Questo diede quindi una grossa mano al raggiungimento di quello che era ed è l'obiettivo primario di ogni essere umano: la sopravvivenza.
 Il controllo del fuoco da parte dell'Homo Erectus avviene durante il Paleolitico Inferiore, periodo storico che va da circa 2,5 milioni a circa 120.000 di anni fa. Le prove più antiche dell'utilizzo del fuoco da parte dei primi ominidi sono state ritrovate in diversi siti archeologici nell'Africa orientale. 








I Globuli Rossi

globuli rossi sono le cellule più numerose del sangue: circa 4-6 milioni ogni millimetro cubo. 
Vengono chiamati anche emazie o eritrociti e sono prodotti nel midollo osseo. 
Nell'uomo e in tutti i mammiferi, sono privi di nucleo e hanno la forma di una lente biconcava.
Tali cellule contengono l'emoglobina, una proteina che trasporta ossigeno e anidride carbonica in tutto il corpo.
 Nei polmoni avviene lo scambio tra l'ossigeno (contenuto nell'aria inspirata) e l'anidride carbonica che si era legata all'emoglobina nel sangue venoso: l'anidride carbonica è così eliminata nell'aria espirata, impedendone l'accumulo nel sangue e l'ossigeno trasportato a tutti i tessuti dell'organismo. 
 I globuli rossi sono incapaci di movimento attivo ma sono elastici e deformabili, in modo da poter transitare anche nei vasi sanguigni più piccoli. Sopravvivono per poco più di tre mesi dalla loro immissione nel sangue circolante, dopodiché vengono catturati da cellule della milza e del fegato, dove vengono eliminati da cellule specializzate del sistema immunitario (macrofagi).









Cuore Artificiale
Se pensiamo al trapianto di cuore, pensiamo ad una cosa recente e ad un problema riguardante le ricerche degli ultimi decenni.
In realtà il primo cuore artificiale nella storia è stato rinvenuto in una mummia egizia scoperta da un gruppo di Archeologi nella valle dei Re, impiantato nel petto di una donna.
Secondo successivi studi tale trapianto avrebbe portato la donna alla morte qualche settimana più tardi dell'impianto.
Il primo trapianto moderno risale invece al 1982, con il Jarvik 7, uno dei primi modelli di cuore artificiale.
In questo caso il paziente, un uomo di 61 anni sopravvisse per 112 giorni.
Le successioni versioni furono chiamate CardioWest e SynCardia dove vennero ridotte notevolmente le dimensioni della console.
Tuttavia anche in questo caso erano presenti numerose limitazioni, come ad esempio i tubi di uscita dell'aria.

Tutto ciò portò negli anni ’90 allo sviluppo di una nuova tecnologia di cuori artificiali: nacque così AbioCor, un cuore elettromeccanico totalmente impiantabile, composta da un’unità toracica in titanio, una batteria interna, un controller e un TET– transferitore transcutaneo di energia interno. 
Sebbene AbioCor sia notevolmente più silenzioso e comporti un rischio di infezione decisamente minore, non è privo di svantaggi: innanzitutto a causa del peso elevato (di circa 2 kg) non è adatto a tutti i pazienti, e vi sono ancora dei dubbi sulla sua biocompatibilità e durabilità a lungo termine.
In conclusione la ricerca per il cuore artificiale 'perfetto' è ancora in corso.
Al momento non esiste un dispositivo che sia in grado di fornire una soluzione adeguata a lungo termine e per tutti i pazienti.



La scoperta di Marte 
Marte, nominata anche 'Pianeta Rosso' rappresenta un'importante scoperta spaziale con conseguenti esplorazioni spaziali.
Dagli anni sessanta sono state inviate verso Marte dozzine di sonde automatiche senza equipaggio.
Tali esplorazioni comportarono costi finanziari considerevoli dovuti anche ad un ammontare di missioni fallite.
Le prime osservazioni telescopiche rivelarono cambiamenti cromatici che furono attribuiti alla presenza di esseri intelligenti.
Marte è un pianeta roccioso, simile alla Terra ma con un diametro pari alla metà di quello terrestre e con una superficie desertica e fredda.
Marte deve il suo colore rosso perché gran parte della superficie e' coperta di rocce e sottili polveri,erose dagli antichi crateri vulcanici. 
Talvolta il vento scatena grandi tempeste di polvere e colore rossastro delle rocce deriva dalla reazione della loro superficie con l' ossigeno.

Infine per concentrarci sul colore di questo blog possiamo fare alcune considerazioni riguardanti l'aragosta e il colore della sua corazza.


La corazza dell'Aragosta

Tale argomento è stato al centro di alcuni studi scientifici in quanto durante la cottura del crostaceo è possibile notare un cambiamento di colore.

In natura la corazza dell'aragosta possiede astaxantina, un carotenoide – come il beta-carotene, che dà il colore arancione alle carote.
 L'astaxantina si lega alle proteine della corazza delle aragoste, e dei crostacei in generale, e tale legame ne fa cambiare il colore. A seconda delle proteine con le quali si lega, il colore può cambiare. In alcuni casi particolari può esserci il così detto effetto batocromo che trasforma il pigmento nel colore blu, oppure un effetto ipsocromo che fa cambiare il colore in giallo.
In generale quando le aragoste vengono cotte, le proteine subiscono una denaturazione (varia la loro struttura quaternaria, terziaria e secondaria) e l'astaxantina dona all'intera corazza dell'aragosta il 'color Aragosta' che ben conosciamo.

Nessun commento:

Posta un commento